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I padroni della città (1976)  
Scene acrobatiche
Remy Julienne
Con
Jack Palance
(Doppiato da Pino Locchi)
Manzari "Lo Sfregiato"

Al Cliver
(Doppiato da Cesare Barbetti)
Rick

Harry Baer
(Doppiato da Michele Gammino)
Tony

Edmund Purdom
(Doppiato da Sergio Graziani)
Luigi Cerchio

Vittorio Caprioli
Vincenzo Napoli

Gisela Hahn
Clara

Enzo Pulcrano
(Doppiato da Glauco Onorato)
Peppe

Carmelo Reale
(come Roberto Reale)
Luca


Rosario Borelli
Capitano Laverde, della "Guardia di Finanza"

Pietro Ceccarelli
Uomo cui Tony riscuote il credito

Salvatore Billa
Uomo di Luigi

Peter Berling
Richè

Raoul Lo Vecchio
Uomo dello Sfregiato

Giulio Baraghini
Uomo dello Sfregiato

Erigo Palombini


Spartaco Battisti
Uomo di Luigi

Fernando Cerulli
"Belli capelli"

Luciano Bottin
Rick, da piccolo

Michele Branca


Agostino Crisafulli
Uomo dello Sfregiato

Bruno Di Luia
Uomo di Luigi

Gilberto Galimberti
Uomo di Luigi

Nello Pazzafini
(come Giovanni Pazzafini)

Marco Stefanelli
Uomo di Luigi

Sandro La Barbera


Franco Beltramme
Uomo dello Sfregiato

Dirce Funari
Ragazza in strada (*)

Fulvio Mingozzi
Padre di Rick (*)

Mario Novelli
Uomo di Luigi (*)

Giuseppe Leone
 (*)

Ettore Geri
 (*)

Silvano Spadaccino
Musicista a teatro (*)

(*) non accreditato





Seppure lontano dai noir più riusciti di Fernando Di Leo, che qui firma regia, soggetto e sceneggiatura con Peter Berling, I padroni della città rimane comunque un lavoro di onesta fattura visto anche il risicato budget a disposizione. Sicuramente pregno della tensione drammatica peculiare del regista, il film si miscela ottimamente con una intelligente ironia che si concentra soprattutto con l'immancabile Vittorio Caprioli ovvero Vincenzo Napoli, attempato e simpatico malavitoso con sane regole morali: "E poi, dico io, ti riesce una bravata e lo dici davanti a venti persone? Ma che sei, Pannella a Piazza Navona??!?", (...) "Ricordatevi che l'organizzazione a delinquere nun è come 'a fessa in man à 'e creature!!!". Al suo fianco ci sono il vivace Tony (Harry Bauer) e il platinato Ric (Al Cliver), impazienti di far carriera nel fangoso panorama della piccola criminalità della capitale. Il primo impersona un giovane e scanzonato riscossore di crediti del cravattaro e biscarolo Don Luigi Cerchio; vive con il mito del Brasile ma per sbarcare il lunario è costretto a recuperare crediti in giro con la sua Puma GT, un auto che tutti ricorderanno non tanto per le sue prestazioni, quanto piuttosto per il fatto che veniva venduta per corrispondenza su Gente Motori ed era disponibile solo in kit, come i mobili dell'Ikea, però senza le istruzioni per il montaggio. Il secondo invece ha più di un conto da regolare con il cattivissimo di turno, "zigomi alti" Jack Palance (quì agli sgoccioli della sua brillante carriera, ma con una interpretazione degna del suo passato) alias Manzari detto "lo sfregiato", causa una cicatrice che gli percorre il volto lunga come una chiusura lampo. Da menzionare anche la breve ma memorabile partecipazione di Venantino Venantini nel ruolo di un attore teatrale, che riesce con Tony a giocare un tiro mancino allo sfregiato che però gli costerà caro, ucciso per vendetta in un teatro della periferia durante una squallida rappresentazione di una sceneggiata napoletana. Chi osa mettersi contro la dura legge dei padroni della città fa la fine che si merita: e così anche il lazzarone (ma in fondo buonuomo) Don Cerchio finisce i suoi giorni con un colpo di pistola in fronte e poi bruciato sulla sua bella Fiat 600 truccata. Riusciranno i nostri piccoli eroi a fermare lo strapotere dello sfregiato e dei suoi scagnozzi ed aprire così alle loro vite orizzonti di esotici paesi sudamericani adornati di splendide ragazze dalla pelle di ebano e straordinari paesaggi colorati? La risposta, nel convulso finale, è in un mattatoio, sia simbolico che materiale, lontano dalla vita caotica cittadina, dove Ric, Toni e Napoli attireranno con uno strategemma la banda rivale.



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