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 << I film della Pollanet Squad (POLIZIESCO) >> 
Milano odia: la polizia non può sparare (1974)  
Musiche
Ennio Morricone
Con
Tomas Milian
(Doppiato da Ferruccio Amendola)
Giulio Sacchi

Henry Silva
(Doppiato da Nando Gazzolo)
Commissario Walter Grandi

Laura Belli
Marilù Porrino

Anita Strindberg
(Doppiato da Paila Pavese)
Jone Tucci

Guido Alberti
(Doppiato da Carlo Romano)
Porrino

Ray Lovelock
(Doppiato da Massimo Turci)
Carmine

Gino Santercole
(Doppiato da Michele Gammino)
Vittorio

Mario Piave
(Doppiato da Cesare Barbetti)
Assistente Comm. Grandi

Luciano Catenacci
(Doppiato da Sergio Fiorentini)
Ugo Majone

Pippo Starnazza
"Papà"

Lorenzo Piani
Gianni, ragazzo di Marilù

Muzio Joris
Maori

Rosita Torosh
Marta

Franco Ferrari
Brambilla

Francesco D'Adda
(Doppiato da Gianfranco Bellini)
Romano

Annie Carol Edel
(come Annie Edel)
Donna alla villa


Giuseppe Castellano
Poliziotto

Tom Felleghi
(Doppiato da Giorgio Piazza)
Procuratore della Repubblica

Elsa Boni
Madre di Jone

Vittorio Pinelli
Uomo di Majone

Tony Raccosta
Uomo di Majone

Vittorio Sancisi
Uomo di Majone

Nestore Cavaricci
Poliziotto al barcone (*)

Giuseppe Marrocco
Funzionario di Polizia alla villa (*)

Maurizio Streccioni
Fotografo alla villa (*)

Alfonso Giganti
Poliziotto (*)

Mariano Laurenti
Avvocato di Giulio Sacchi (*)

Non identificato
Uomo alla bisca di Majone (*)

Gianni Bortolotti
Questore (*)

Vittorio Joderi
Uomo di Majone (*)

Claudio Sforzini
Amico di Giulio al bar (*)

Giancarlo Busi
Vigile urbano ucciso da Giulio (*)

Nello Pazzafini
Anselmo (*)

Non identificato
Poliziotto (*)

(*) non accreditato




"Il filone poliziotto colpisce ancora. Questa volta per mano di Umberto Lenzi già specializzato in cosiddetti giallo-sexy. […] Il disegno del protagonista (un Tomas Milian alla sua peggiore prova, quasi la caricatura di se stesso) è quanto mai irragionevole, mostrando un personaggio talora preda di raptus omicidi tal’altra lucido organizzatore di crimini, senza mediazione psicologica attendibile. […] Né le situazioni possono considerarsi tipiche (almeno in Italia) né la finzione trova una sua logica interna nelle pur meccaniche convenzioni spettacolari qui più che mai banalizzate da dialoghi e altri elementi. Fra i personaggi di contorno l’unico l’unico veramente attendibile è quello affidato ad Anita Strindberg (ragazza del bandito) ma anche questo non ha sviluppi per l’immatura morte decretata dalla sceneggiatura. […]"
Au.Sa. (Aurora Santuari) - Paese Sera - 23/08/1974

"[…] Straripante violenza e non privo di azione il lavoro diretto da Umberto Lenzi, anche se costruito secondo gli schemi convenzionali, si lascia vedere. Tomas Milian ben puntualizzato nel ruolo del gangster paranoico ed Henry Silva nelle vesti del commissario, i principali interpreti. […]"
Vice - Il Messaggero - 23/08/1974

"Continua la serie dei polizieschi all’italiana in linea con l’ideologia della destra reazionaria e con i gusti della maggioranza silenziosa. […] A parte la sistematica falsificazione dei dati di fatto e lo spaccio dei più laidi pregiudizi che ha in comune con altri film dello stesso filone, il discorso è condotto con i modi più viscerali della rappresentazione della violenza e con un impudente disinteresse per la logica e la verosimiglianza. Il tutto è al servizio di Tomas Milian il cui gigionismo ormai non conosce confini. Esistono due categorie di cattivi attori: i colposi e i dolosi. Milian appartiene alla seconda."
M.Mor. (Morando Morandini) - Il Giorno - 07/09/1974


Non lasciatevi suggestionare dal titolo, qui la polizia c'entra poco. E' del 1974 il capolavoro di Umberto Lenzi, mai cosi' cinico e violento, che si avvale del genio sregolato di due mostri sacri del genere, Tomas Milian nei panni di Giulio Sacchi, un "cagasotto" per Majone (Luciano Catenacci) ma in realtà un feroce assassino dal grilletto (di mitraglietta) facile, e Henry Silva, con qualche imbarazzo nel ruolo di commissario, impotente di fronte a tanta efferatezza. Il film si sviluppa su una trama volutamente labile, per lasciare le luci della ribalta alla violenza, che si erge a protagonista assoluta, gridando un messaggio che l'essere umano teme di ritrovare in se stesso, la sua bestialità atavica. L'uomo belva non è fuori di noi, esso sopisce inquieto e può risvegliarsi drammaticamente da un momento all'altro dando origine a dei reietti denominati SERIAL KILLER. Nel film compaiono due attrici note nel panorama del poliziottesco all'italiana, ovverosia Laura Belli nel ruolo di Marilù, una ragazza "bene" rapita e uccisa, e Anita Strindberg in quello della fidanzata di Giulio Sacchi, scaraventata nelle acque del lago di Como assieme alla sua fiammante Mini Minor. A differenza del gobbo e del Cinese, Giulio Sacchi ha scarse giustificazioni morali e sociali alla sua condotta, egli è capace di provare solo odio nei confronti del prossimo, è una sorta di anticristo accompagnato dai suoi due ladroni, Carmine (Ray Lovelock) e Vittorio (Gino Santercole). La colonna sonora è affidata alla straordinaria musica di Ennio Morricone che veleggia leggero sui fotogrammi della pellicola. Da rimarcare la scena in cui Sacchi irrompe in una casa di ricchi borghesi milanesi costringendoli a praticare sesso orale, quindi appendendoli ad un lussuoso lampadario per usarli poi come bersagli per la sua mitraglietta. Li sterminerà tutti. Con questa sequenza Lenzi fa un evidente riferimento all'Ultra-violenza di "Arancia meccanica" (ma se lo incontrate non diteglielo) ritracciandone un profilo più prettamente italiano; inoltre mentre l'Alex kubrickiano rimane comunque un personaggio capace di avere soddisfazione da molti aspetti colti dell'esistenza, quali ad esempio le sinfonie di Beethoven, Giulio Sacchi ha orecchio esclusivamente per la musica del suo mitra. Da sottolineare, all'interno della stessa scena, la condanna a morte degli inermi ostaggi secondo un rituale di tipo cristiano/religioso, che assomiglia molto ai sermoni visti poi in Pulp Fiction (il famoso passo di Ezechiele) con i quali il compare di John Travolta intratteneva le sue vittime prima di scannarle. Film assolutamente imperdibile per gli appassionati del pulp, annovera infatti tra i suoi estimatori quel Tarantino che di questo genere è considerato il re-inventore.



Colonna Sonora
Poster