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Banditi a Roma (Roma come Chicago) (1968)  
Musiche
Ennio Morricone
Con
John Cassavetes
Mario Corda

Gabriele Ferzetti
(Doppiato da Giorgio Piazza)
Commissario

Nikos Kourkoulos
Erico

Anita Sanders
Lea Vallini

Riccardo Cucciolla
Vice Commissario Pascutti

Luigi Pistilli
Colangeli

Osvaldo Ruggeri
Sernesi

Guido Lollobrigida
(Doppiato da Renato Mori)
Angelo Scotese

Marisa Traversi
Prostituta

Piero Morgia
Carlo Taddei

Marc Fiorini
Luciano Tarquini

Luigi Casellato
Ispettore Angeletti

Eugene Giolitti


Fajda Nicols


Faust Pollicino
Luigino

Clara Bindi


Viviana Vanni


Ugo Adinolfi


Aldo Bonamano


Emilia Della Bocca


Marcello Di Martire
(Doppiato da Enzo Garinei)
Poliziotto

Rossella Bergamonti
Ragazza all'ufficio postale

Pier Paolo Capponi
Direttore del Supermercato

Giovanni Di Benedetto


Orso Maria Guerrini
Agente Lo Cascio

Barbara Herrera


Sergio Mioni
Ladro che scappa in macchina

Giancarlo Prete


Gaetano Santaniello


Fabrizio Jovine


Corrado Olmi


Giuliano Raffaelli


Giuseppe Valdambrini


Ferruccio Viotti
 (*)

Filippo Perego
Uomo alla sfilata (*)

Giuseppe Marrocco
Uomo alla sfilata (*)

Maurizio Streccioni
Uomo sull'autobus (*)

Giovanni Ukmar
Guardia alle poste (*)

(*) non accreditato




"Sulla scia del fortunato Banditi a Milano, ecco un "Banditi a Roma". Composto tuttavia su un modulo diverso: più convenzionale, meno "cosa vista", e molto più romantico. [...] La fotografia, splendida, è di Aldo Tonti. Gli interpreti sono bravi. In testa John Cassavetes, il sensibile regista di "Faces", e Gabriele Ferzetti."
P.B. (Pietro Bianchi) - Il Giorno - 24/11/1968

"Dopo i Banditi a Milano, ecco quelli della Capitale portati sullo schermo dal regista Alberto De Martino, pervenuto alla prima opera significativa. [...] Le vicende non sono eccezionali, ma si svolgono secondo un paradigma di credibilità. L'ambiente della malavita è puntualmente ricostruito. [...] I personaggi sono còlti da varie angolazioni, il loro profilo è di linea sicura, la psicologia non risulta superficiale o di maniera. [...] La violenza ritma la pellicola, ma non è sfoggiata come accorgimento per ottenere effetti estranei all'economia e al disegno essenziale del tema. Naturalmente non si corre sempre lungo i binari della perfezione. Ad esempio, gli spettacolari inseguimenti in automobile ricorrono con una frequenza superflua, lo sfondo è quello di una città troppo scintillante, proprio come se la immaginano gli stranieri che non la conoscono e come risulta dai "pieghevoli" delle agenzie turistiche. Difetti, ma perdonabili. [...] "
Bir. (Guglielmo Biraghi) - Il Messaggero - 15/12/1968



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