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 << I film della Pollanet Squad (DRAMMA POLITICO) >> 
Siamo tutti in libertà provvisoria (1971)  
Con
Riccardo Cucciolla
Mario De Rossi

Vittorio De Sica
"Pulcinella"

Macha Meril
Gisella De Rossi

Philippe Noiret
(Doppiato da Giorgio Piazza)
Giudice Langellone

Lionel Stander
(Doppiato da Antonio Guidi)
Avvocato Bartoli

Marilù Tolo
Emilia Langellone

Francesca Romana Coluzzi
Vedova Virgizio

Bruno Cirino
Commissario Panzacchi

Jurgen Drews
(Come Jurgen Draws)
Jacques Somaschini


Ivo Garrani
Procuratore della Repubblica

Claudio Gora
Ministro degli esteri

Riccardo Garrone
On. Aldo Virgizio

Umberto Raho
Di Meo

Vittorio Sanipoli
(Doppiato da Sergio Rossi)
Questore

Renate Schmidt


Francesco Sineri
(Come Franco Sineri)

Vinicio Sofia
Fascista che parla sul palco

Saro Spadaro


Lia Zoppelli


Pasquale Perrella


Andrea Bosic
Colonnello De Robertis

Manfred Freyberger
(Come Manfred Freuberg)
Magistrato


Guido Cerniglia
Direttore dell'Hotel

Pasquale Puntieri


Calogero Azzaretto
Poliziotto strigliato in caserma (*)

Angelo Casadei
Poliziotto strigliato in caserma (*)

Mimmo Poli
Uomo a letto con una prostituta (*)

Francesco Anniballi
(Doppiato da Renato Mori)
Carabiniere sul tetto del palazzo (*)

Salvatore Campochiaro
Vecchietto in tribunale (*)

(*) non accreditato




"A parte l'inverosimiglianza di certi nodi [...] e la sgangherata macchinosità dell'intrigo, questo film, scritto e diretto dal giornalista Manlio Scarpelli, ha due grossi torti. Intanto è un ibrido narrativo che mescola senza criterio le cadenze realistiche e i toni del grottesco, a scapito della sua credibilità polemica. Scarpelli, inoltre, mette troppa carne al fuoco, portando i suoi attacchi come uno sciabolatore irruento, ma disordinato e impreciso."
Morando Morandini - Il Giorno - 13/05/1972

"[...] La vicenda, ideata da Fulvio Pazziloro in armonia con un filone oggi di moda, si propone di colpire come primo bersaglio il nostro sistema giudiziario, ancora basato sul famigerato codice Rocco. [...] Non vi sarebbe nulla da obiettare all'impegno polemico se per strada esso non si caricasse di tinte demagogiche e non forzasse l'intreccio in circostanze e coincidenze del tutto improbabili per allargare la denuncia fino alle estreme conseguenze. Forse il caso limite doveva servire al neoregista per imbastire un racconto grottesco, ma il risultato è piuttosto caotico."
L. A. - Corriere d'Informazione - 11/05/1972



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