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Tony Arzenta (1973)  
Musiche
Gianni Ferrio
Scene acrobatiche
Remy Julienne
Con
Alain Delon
(Doppiato da Luigi La Monica)
Tony Arzenta

Richard Conte
(Doppiato da Renato Turi)
Nick Gusto

Carla Gravina
Sandra

Marc Porel
Domenico Maggio

Roger Hanin
Carré

Nicoletta Machiavelli
Anna Arzenta

Guido Alberti
Don Mariano

Lino Troisi
Rocco Cutitta

Giancarlo Sbragia
Luca Dennino

Umberto Orsini
Avvocato Isnello

Silvano Tranquilli
Montani, Interpol

Corrado Gaipa
Padre di Tony

Erika Blanc
Prostituta

Rosalba Neri
Moglie di Cutitta

Carla Calò
Nunzia, madre di Tony

Ettore Manni
Gesmundo

Francesco Bonetti


Loredana Nusciack


Luis Suarez


Alberto Farnese


Pietro Torrisi
Uomo di Gesmundo (*)

Stella Carnacina
 (*)

Claudio Ruffini
Uomo di Carré (*)

Vittorio Pinelli
Uomo che tenta di uccidere Tony (*)

Franco Moruzzi
Franco, un sicario di Gesmundo (*)

Anton Diffring
Hans Grunwald (*)

Nazzareno Zamperla
Uomo di Cutitta (*)

(*) non accreditato




"[...] Tessari ha narrato senza preoccuparsi di certe ingenuità della sceneggiatura, coincidenti con l’ingenuità del protagonista, assai più svelto di mano che di cervello. Ma il dispiego di mezzi è notevole, e non ingenuo il loro impiego registico: la serie delle violenze si snocciola con il dovuto crescendo di effetti spettacolari, tra scenografie assai varie in interni ed esterni. Senza contare che Alain Delon, con la pistola in mano, funziona comunque, e qui ha intorno una fitta schiera d’attori […]."
Bir. (Guglielmo Biraghi) - Il Messaggero - 15/09/1973

"[...] Si tratta praticamente di un film senza trama, con personaggi che agiscono solo in conseguenza della situazione di fatto iniziale. Non c’è svolgimento, e i momenti di tensione non sono molti. ”Tony Arzenta” poteva essere un buon film se il regista Tessari avesse rinunciato a certe occasioni spettacolari ormai fin troppo consuete e si fosse dedicato all’analisi caratteriale del personaggio centrale, un vagabondo che spalma il revolver con l’alone romantico-esistenziale di una vita sbagliata, alla ricerca di un’identità che gli dia una ragione di vivere. In questo clichè Delon dà il meglio cercando di sollevare la materia del film a rango ideologico. Ma anche lui non può far miracoli e l’interesse poco a poco si spegne."
M.P. (Maurizio Porro) - Il Giorno - 16/09/1973


La vita di un killer di professione danza sulla lama di un machete, la prima piroetta azzardata può essere fatale, senza via di ritorno, è un lavoro molto rischioso soprattutto quando si decide di abbandonarlo dopo anni di onorato servizio. L’odore di morte rimane attaccato addosso, tra i capelli, nello stomaco, nell’anima, l’odore di morte cattura la vittima e pure il carnefice. Il film girato sufficientemente bene da Duccio Tessari nel 1973, propone nelle vesti dell’eliminatore un Alain Delon un po’ piatto e privo di spessore; i suoi occhi sono più languidi ed effeminati che non glaciali e decisi, l’attore francese sembra non essere molto attendibile nel ruolo di Tony Arzenta il Killer della Mala. Il prodotto, comunque ben confezionato, non riesce ad esprimere a pieno le potenzialità di un soggetto abbastanza originale soprattutto a causa di una sceneggiatura senza mordente che scade spesso nel banale, aggrovigliandosi continuamente su se stessa, rendendo così il piatto poco digestibile. Tony vuole lasciare, ma la Cupola non ne vuole sapere di lasciare libero un così pesante fardello di conoscenze; così sua moglie e il piccolo Carlo, nel pieno dell'infanzia, saltano in aria con il 1750 di papà, che nonostante la carrozzeria super-resistente cede sotto l’esplosione di una bomba collegata all’accensione, e nemmeno il tempo di rendersi conto di essere trapassati e diventare già passeggeri del direttissimo per il Paradiso. Come in molti altri polizieschi anche in questo caso l’uccisione dei cari rende il protagonista una belva desiderosa di sangue, del sangue dei suoi ex datori di lavoro, così uno dopo l’altro i boss vengono eliminati, ma soprattutto Tony ritrova l’amore, ritrova la vita, e la belva lascia spazio all’uomo più nobile e più vulnerabile, che gli consiglierà di inginocchiarsi dinanzi al sacerdote del male. Perché Tony morto già due volte, dopo la scelta di svolgere la professione di killer e dopo l’esplosione dei suoi affetti volati in mille pezzi tra le braccia del Signore, perirà per la terza volta tradito proprio dalla sua condizione ritrovata di essere umano.



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