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Porci con la P38 (1978)  
Musiche
Pippo Caruso
Maestro d'armi
Bruno Di Luia





Gian Pagani, chi era costui? Le nostre solite fonti ben informate (in questo caso il Dizionario dei film italiani stracult di Marco Giusti) ci dice che per guadagnarsi il pane faceva il direttore di produzione. Troppo scontato stare quì a crogiolarsi nel dire che pure sarebbe stato più opportuno continuare a fare il suo mestiere piuttosto che avventurarsi nella regìa, nella sceneggiatura e nel soggetto di una pellicola così sconclusionata e scollacciata. Indubbiamente Gianfranco Pagani mostra il peggio di sé, in un film che può essere raccontato attraverso gli errori di ripresa, la scialbezza della trama e soprattutto dall’ambientazione assolutamente improbabile dove la polizia “americana” gira con dei clamorosi Fiat 131 bicolori con le lettere adesive della Standa appiccicate sulle portiere a formare la scritta "Police". Siamo negli States, ma dei grattacieli neppure l’ombra, delle Cadillac e delle Ford poco o niente. Sembra spesso di stare sulle Alpi o forse in Abruzzo, ma dovremmo essere nel nuovo mondo, le targhe appaiono ridicolmente molto simili a quelle italiane con un gran uso anche qui di lettere adesive, e le automobili pure (si intravede una Innocenti in fiamme). Nel cast, Gabriele Ferzetti appare decisamente fuori dal personaggio come pure il bravo Raymond Pellegrin e "faccia d'angelo" Marc Porel non riesce mai a risollevare la pochezza dell'impianto. Ma è per tutto questo che il film risulta avvincente e da seguire attentamente dagli appassionati del genere. La precarietà del soggetto e della sceneggiatura rendono il tutto sempre molto interessante, suscitando la curiosità piena nello spettatore che dovrà spesso, durante la visione, riflettere e fare mente locale per rientrare in sintonia con questa pecora nera del cinema di genere. Il bello e il brutto qui si confondono e si uniscono, si abbracciano e si lasciano, si stimano e si odiano. Porel è un giovane tenente americano che serve il suo paese con la sua abnegazione e voglia di ripulire la città dai malfattori di ogni risma. Essi ammazzano, stuprano e rubano, macinando vittime come la sua signora Morris che uccisa brutalmente lascerà il marito tenente e una splendida bambina, Paola, piena di innocenza. Laura Belli, anche se non molto presente nel film, è affascinante come al solito, e rappresenta la nuova compagna del tenente Morris, incarnando la tipica donna del poliziotto, spesso sola e rassegnata a condividere la vita con un compagno che vive per il dovere, e non per il piacere; egli esiste e lotta per il bene comune e non per il bene personale. Si vedono invece, molto poco vestite, un altro paio di ragazze dal nome sconosciuto, introdotte in un vorticoso giro di party a base di orge e valvoloni di eroina in vena. Porel sgominerà il giro di eroina che infesta la città, e aiuterà molte giovani vittime della droga a rivalutare una vita lucida. Ma non riuscirà a salvarli tutti: per un agghiacciante ironia della sorte anche il bel Marc (nella realtà, ahinoi) precipiterà nell’oscuro labirinto senza ritorno dell'impalpabile polvere d’angelo.



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Poster